martedì 27 settembre 2011

200 Miglia di Imola: le tredici edizioni in pillole

















1972: la prima edizione della 200 Miglia si disputa il 23 aprile in una manche unica. 41 gli iscritti e striminzita la partecipazione degli stranieri: l'americano Emde, le Norton John Player di Read e Williams, John Cooper, Paul Smart e il tedesco Dahne. Dopo una sfuriata iniziale di Agostini con la MV Agusta 750cc, sono i ducatisti Smart e Spaggiari a giocarsi la vittoria. Vince l'inglese dopo una mai confermata improvvisa panne di benzina sulla moto del compagno/rivale a pochi metri dal traguardo. Terzo Walter Villa su Triumph.

1973: gara divisa in due manche da 32 giri ciascuna per la vittoria di Jarno Saarinen (il primo pilota a vincere nello stesso anno sia a Daytona che a Imola) con la Yamaha TZ350cc che precede Bruno Spaggiari, nuovamente secondo in sella alla sua Ducati e Walter Villa anche lui nuovamente terzo ma questa volta su di una Kawasaki. E' la gara che segna già il canto del cigno per le F750 a quattro tempi e quella che vede le prime massicce presenze ufficiali straniere (H-D e Kawasaki).

1974: Agostini bissa l'impresa di Saarinen dell'anno precedente, in sella alla Yamaha TZ 700 , davanti a Roberts e Lansivuori. Al via si presentano in 44 e Roberts, al suo esordio in Europa e alla sua trentasettesima gara su asfalto, è l'unico a partire con entrambi gli pneumatici slick (una vera novità per l'epoca!!).

1975: davanti ad oltre 120.00 (!!!) spettatori, vine a sorpresa Jonny cecotto al primo dei suoi tre successi alla 200 Miglia, mentre i favoriti alla vigilia (Agostini, Roberts e Lanivuori) si ritirano tutti nella prima manche. Ad Agostini resta la consolazione del giro più veloce: 1'58”2 a 153,502 km/h di media.

1976: Steve Backer è il primo americano ad iscrivere il proprio nome nell'Albo d'oro della gara. Il ilota di Bellingham (Washington) si impone davanti a Michel Rougerie (Yamaha) e Barry Sheene (Suzuki) in un'edizione caratterizzata dal doppio ritiro di Agostini. Baker, dopo aver grippato, può disputare la gara grazie proprio al pilota italiano che gli cede una coppia dei suoi cilindri.

1977: la gara è funestata dal tragico incidente dell'americano Pat Evans, sbalzato di sella per un grippaggio al Tamburello nel corso della prima manche. Vince Kenny Roberts, che precede Steve Baker. Nel dopo corsa una seconda tragedia: mentre sta tornando in albergo in auto, il pilota statunitense Randy Cleek (15° all'arrivo) si scontra frontalmente con un'altra vettura. Nell'urto perdono la vita lo stesso Cleek e due dei suoi meccanici che erano a bordo.

1978: edizione record per quanto concerne gli iscritti: sono 115 i piloti che disputano le prove per contendersi i 40 posti sulla griglia di partenza. Vince ancora Cecotto (che nello stesso anno si aggiudica anche il titolo mondiale della 750cc) con la Yamaha OW 31. Gianfranco Bonera, durante le prove, gira con una telecamera fissata al casco con del nastro. Si tratta di uno dei primissimi tentativi di ripresa “on-boad” della storia.

1979: la 200 Miglia non viene disputata e la prova italiana del Mondiale 750 è assegnata al Circuito del Mugello. Imola è vittima di uno scontro in seno alla FMI, il cui presidente, Colucci; decide di spartire i due più importanti eventi velocistici italiani fra i circuiti di Imola (GP delle Nazioni) e del Mugello (GP Italia 750).

1980: ultima vittoria di Johnny Cecotto, ormai deciso a lasciare il motociclismo per passare alle quattro ruote. Ultima vittoria anche della gloriosa Yamaha TZ 750. Con la soppressione di questa classe a livello iridato (l'ultima edizione del Mondiale si è disputata nel 1979 cambia il regolamento tecnico e le 750 lasciano il posto alle 500 GP.

1981: Marco Lucchinelli con la Suzuki ufficiale del team Nava-Olio FIAT di Roberto Gallina, si aggiudica una edizione sottotono della 200 Miglia. La partecipazione dei “big” del Mondiale si riduce drasticamente rispetto agli anni precedenti.

1982: successo del neozelandese Greame Crosby, meteora del Mondiale 500 all'inizio degli anni Ottanta (é stato vicecampione del mondo nel 1982) con la Yamaha OW60 del Team Agostini. Nel mese di marzo Crosby aveva vinto anche a Daytona e fa sua la gara italiana con un sorpasso piuttosto deciso ai danni di Marco Lucchinelli alla variante bassa, all'ultimo giro.

1983: in quella che sarà la sua ultima stagione agonistica, Kenny Roberts vince per la seconda volta la 200 Miglia di Imola. L'edizione del 1983 però è passata alla storia per la morte di Guido Paci. Il popolarissimo “Kojak” è tradito dalla sua Honda RS500 e perde la vita nei pressi della Tosa.

1984: ritiratosi ufficialmente l'anno prima, Roberts decide di correre “una tantum” le 200 Miglia di Daytona ed Imola e la 8 re di Suzuka. Dopo aver vinto in Florida si ripete anche in riva al Santerno, raggiungendo Johnny Cecotto a quota tre vittorie, in vetta alla classifica dei plurivincitori della corsa.

1985: “il terzo classificato ha preso un giro dal vincitore, il quarto e il quinto due. Visto il livello dei partecipanti, questa gara non ha più molto senso. Riguardatevi le vecchie classifiche dei tempi d'oro e capirete”. Il commento dell'inviato di Motociclismo alla corsa suona come l'epitaffio per la creatura di Checco Costa. Con la sola eccezione di Eddie Lawson, Raymond Roche, Randy Mamola e Takazumi Katayama, l'elenco degli iscritti alla 200 Miglia di quell'anno sembra quello di una prova del Campionato Italiano e non quello della gara che, negli anni Settanta, era il più importante appuntamento extra-campionato, d'Europa.

Albo d'oro:
1972 Paul Smart (Ducati 750)
1973 Jarno Saarinen (Yamaha TZ 350)
1974 Giacomo Agostini (Yamaha TZ 700)
1975 Johnny Cecotto (Yamaha TZ 750)
1976 Steve Baker (Yamaha TZ 750)
1977 Kenny Roberts (Yamaha 750)
1978 Johnny Cecotto (Yamaha TZ 750)
1979 NON DISPUTATA
1980 Johnny Cecotto (Yamaha TZ 750)
1981 Marco Lucchinelli (Suzuki 500)
1982 Graeme Crosby (Yamaha 500)
1983 Kenny Roberts (Yamaha 500)
1984 Kenny Roberts (Yamaha 500)
1985 Eddie Lawson (Yamaha 500)

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