giovedì 4 marzo 2010

Moto2: le prime riflessioni.












Pubblico su Cesena Bikers questo articolo così come l'ho trovato su motonline.com. Di altro non si tratta delle riflessioni fatte circa questa tanto discussa neonata categoria del Motomndiale da Marco Masetti:
Da un anno tutti sparano a zero su questa categoria... e se invece fosse un bel ritorno alla meccanica contro l'elettronica imperante?
E' sulla base di questa semplice riflessione che riporto quanto segue:
Quando se ne parlò la prima volta, l'idea della Moto2 mi fece letteralmente schifo. Quando, come bisognerebbe sempre fare quando si parla e scrive in pubblico, mi documentai su quale tipo di motore sarebbe stato usato mi sentii male. Un Honda CBR 600 con kit HRC: roba che prendi la paga nell'Italiano Supersport! Poi le ho viste di persona, nel corso di test spagnoli senza l'ombra di un'hospitality, ma con un panino una coca e un caffè offerti con amicizia. La Moto GP a girare a Sepang, la Moto2 a Valencia e Barcellona, come a dire il mondiale e l'europeo. Nei box ho visto torni, flessibili usati senza risparmi e persino le bombole e il necessaire per saldare. Allora la cosa mi è piaciuta molto di più. Pochi ingegneri, pochi computer, soprattutto nemmeno una di quelle tavolate di tastieristi che costituiscono il panorama del paddock della "classe regina". Otto persone sedute ad un tavolo che si mandano mail e programmi, come a dire tutto quello che non mi piace nel motociclismo. Son ruspante e randagio, amo il lusso (se c'è) ma la piada con il prosciutto è nel cuore. Ma la Moto2 non è un mondo ruspante, è solo un mondo meno ricco nel quale viene fuori la testa del progettista e la manetta del pilota. Vedi due moto, RSV e Suter, tanto per non rimanere anonimi. Girano a pochissimo l'una dall'altra, eppure una ha un telaio in traliccio di tubi, una vera bandiera italiana, l'altra un maxi doppio trave di alluminio. Vedi la Tech3 con tanta roba fatta dal pieno e la MZ che è in pratica una CBR, eppure sono li. Spero di vedere belle gare, combattute, con poca ansia tecnologica. I tempi non sono un gran che, ma non mi aspettavo, per ora, molto di più e vi spiego perché. Con 130 cavalli e nessuna possibilità di lavorare sul motore si va piano; mentre dalle gomme Dunlop, definite "basic" dallo stesso fornitore non è il caso di aspettarsi miracoli. E poi i motori devono durare molto, tre gare, non come quelli della Supersport, decisamente più pompati e che durano molto meno. Un po' come in Moto GP dove ci sono sei motori per fare una stagione, altrimenti si viene penalizzati. Non come in un qualunque campionato per "derivate di serie", dove ci sono i motori usa e getta. Strano il mondo, vero? No, non è strano, è solo impazzito. Vedo carene prive di sponsor e capisco che bisogna risparmiare. Risparmiare non vuol dire "tagliare" i meccanici, significa che una stagione, al massimo, può costare un milione di euro. Per ora nessuno sta dentro questa cifra nelle top class, altri ci stanno riuscendo in Moto2. Certo, non si parla delle moto di vertice, ma di quelle realizzate usando più il buon senso e meno il portafoglio. Il futuro è Moto2? Non lo so, è presto per dirlo, ma intanto non fa più schifo… Mi sono pentito.
Info by:
http://www.motonline.com/motogp/articolo.cfm?codice=235538

Come già scritto nei post precedenti sarà solo la pista che potrà confermarci o meno se questa categoria sarà un "buco nell'acqua" o se invece, data la sua natura stessa, significherà un vero e sostanziale "ritorno al passato", ossia a quel motociclismo colmo di spirito "casareccio" che tanto ha fatto battere i cuori degli appassionati, in un'epoca dello sport delle due ruote, precendente a quella attuale. Indubbiamente, la visone che ci fornisce Masetti rappresenta l'altra faccia della medaglia rispetto all'immagine che sino ad ora si è diffusa della Moto2. Fino ad oggi infatti le critiche circa la "pochezza" dal punto di vista prestazionale di queste motociclette la avevano fatta assolutamente da padrona. Come già detto nei post precedenti svariate sono state le motivazioni che hanno condotto la Dorna alla creazione di questa categoria che sostituisce la quarto di litro:
1) Compiacere le Case (leggi Honda) che non avevano più interesse ad investire in moto spinte da propulsori a due tempi (Aprilia a parte..), i quali stanno oramai scomparendo anche dagli scooter di 50cc, soppiantati dai quattro tempi. Honda stessa poi si è affermata come "fornitore unico" dei motori delle moto qui che gareggeranno.
2) Rendere questa categoria meno costosa e quindi più accessibile.
3) Porre sullo stesso piano (per lo meno inizialmente) team piccoli e grandi, senza che vi sia la presenza ufficiale delle Case.
Attualmente ci si trova ad una fase in cui gli animi sono divisi: i suoi detrattori gridano alla scandalo appena la sentono nominare; i suoi estimatori al contrario, pur riconoscendone gli evidenti limiti, ne esaltano il raggiungimento dell'obiettivo principe ossia il contenimento dei costi. Personalmente mi riservo di esprimermi dopo aver visto se questa categoria regala o meno spettacolo. Da amante del motociclismo però un grandissimo merito a questa categoria lo attribuisco: quello aver fatto si che la Bimota torni alle competizioni dopo anni di assenza. Senza dubbio l'articolo scritto da Marco Masetti e in questo post riportato, aggiunge una nuova prospettiva da cui contemplare la Moto2.

3 commenti:

Xavier ha detto...

Un saluto da FolleRumba.... il tuo blog è sempre molto interessante!!!

giovanni ha detto...

SONO D'ACCORDO MA CI VUOLE PAZIENZA. CIAO GIO'

Enrico Zani ha detto...

Ciao ad entrambi! Ultimamente a causa di un po' di guai in famiglia non ho molto tempo per tenere aggiornato Cesena Bikers.. Grazie a tutti!