lunedì 16 febbraio 2009

Dario Ambrosini














































Nelle foto: Dario Ambrosini e la Benelli: un sodalizio tra il cesenate e la Casa pesarese che porterà all'iride nella classe 250cc.
Ieri, domenica 15 febbraio 2009, parlando con mio padre è venuto fuori il nome di Dario Ambrosini, pilota cesenate degli anni '30, '40 e '50. Devo essere sincero: io non sapevo praticamente nulla in merito a questo campione del mondo della 250cc. E' stato mio padre, che mi ha parlato di lui, dandomi qualche dritta in merito e, soprattutto dicendomi che su Cesena Bikers, dovevo rendere omaggio a tutti i piloti nati nella città in cui vivo (su Paolo Tordi, altro grande pilota cesenate, ho pubblicato un post in precedenza). E' per questo motivo che, dedico questo post a mio babbo: Fiorenzo Zani, ringraziandolo per lo spunto che mi ha dato.
Segue breve biografia:
Dario Ambrosini (Cesena, 7 marzo 1918 – Albi, 14 luglio 1951) è stato un motociclista italiano. Ambrosini (poi campione del mondo di motociclismo classe 250 anno 1950), ereditò la passione per i motori dal padre Ubaldo e da un ambiente cittadino, dove "e mutòr" è tutt’ora sentito come un mito. La sua carriera iniziò al Circuito di Verona nel 1939, a 21 anni, dove colse la vittoria con una normale moto di serie preparata per l'occasione: una Benelli 250cc. In quell'anno, in sella alla quarto di litro pesarese, vinse anche a Roma, Terni e Spoleto, mettendosi in luce agli occhi degli esperti. Passò quindi tra le fila della competitiva Moto Guzzi. Il secondo conflitto mondiale però ridusse forzatamente l’attività agonistica e nel 1946, lasciata la Moto Guzzi ritornò alla vittoria con una Benelli 250cc anteguerra, dotata solo di qualche aggiornamento. Colse il successo sui circuiti di Cesena, Teramo, Riccione e Castelvetro, sfiorando il titolo di campione italiano. Il tricolore non gli sfuggì però l'anno successivo, quando vinse a Livorno, Lecco, Firenze e Cesena. Il 1947 fu anche l'anno in del debutto nelle gare internazionali. Il pilota cesenate ottenne il successo a Zurigo e salì sul podio a Lugano. Nel 1948 Ambrosini fu “promosso”, ottenendo il ruolo di pilota ufficiale della Benelli nella classe 250. Vide così il successo nel G.P. di Svizzera e quello delle Nazioni; mettendosi in questo modo in luce agli occhi della stampa sportiva nazionale e soprattutto di quella internazionale (che ancora non lo conosceva realmente e non gli attribuiva il suo vero valore). I giornalisti e gli addetti ai lavori infatti videro in lui uno stile di gara coraggioso, mai spericolato o al di fuori del limite e, in maniera indiscutibile, un ottimo collaudatore. Con la nascita nel 1949 del Motomondiale le Benelli non si dimostrarono così competitive nei confronti delle Guzzi: Ambrosini riuscì a vincere solo l'ultima gara della stagione, il Gran Premio delle Nazioni a Monza, terminando comunque l'annata con un ottimo secondo posto nella classifica finale, dietro a Bruno Ruffo. Il 1950 fu l'anno magico per il binomio Ambrosini / Benelli. Vinse nettamente la difficilissima gara britannica del Tourist Trophy; giunse secondo al G.P. dell'Ulster in Irlanda; ottenne di nuovo il successo nel G.P. di Svizzera e in quello delle Nazioni e Monza conquistando, così, il titolo mondiale. Va ricordato l’epico duello che rappresentò la costante di quella stagione, con “l'amico e rivale” Fergus Anderson, che era in sella alla celebre Moto Guzzi Gambalunghina. Sempre nel 1950, Ambrosini conquistò anche il titolo italiano della classe 250cc. Nel 1951, forte del doppio successo ottenuto l’anno precedente, aprì la stagione conquistando subito una bella vittoria nella gara di Berna sul tracciato di Bremgarten ed un secondo posto al Turist Trophy. Arrivò così il 14 luglio, vigilia del G.P. di Francia ad Albi. Il pilota di Cesena, era determinato più che mai a cogliere un bel risultato che gli avrebbe permesso di ipotecare seriamente il secondo titolo iridato in due anni. Per l’occasione la Casa pesarese gli affidò una nuova versione della 250cc che montava “le rivoluzionarie” sospensioni telescopiche. L’intento era infatti quello di fornirgli un nuovo mezzo, più sofisticato e competitivo, che gli permettesse di agguantare la vittoria sul difficile tracciato transalpino. Le cose però non andarono così: al terzo giro delle prove ufficiali, la Benelli condotta dal pilota cesenate, improvvisamente sbandò, scaraventando Ambrosini al di là di un fossato. La sorte volle che proprio in quel punto vi fosse un paletto sporgente sul prato. L’impatto fu fatale, spezzando la giovane vita dell’alfiere della Casa marchigiana. Ambrosini, in carriera nel Motomondiale vinse un titolo iridato nella classe 250cc; disputò 8 gare, ottenendo 5 primi posti, un totale di 8 podi e fece registrare per 5 volte il giro più veloce.
A cinquant’anni dalla morte, il 14 luglio 2001, l'Auto moto club Città di Cesena - D. Ambrosini, ha commemorato la memoria del campione del mondo con una sobria cerimonia presso il Cimitero di Cesena dove il campione è sepolto.
Dedicato a mio padre: Fiorenzo Zani.

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