venerdì 19 dicembre 2008

CAGIVA: la storia agonistica nel mondiale velocità

















Cagiva è una casa motociclistica italiana fondata nel 1950 da Giovanni Castiglioni a Varese, originariamente come produttrice di lavori di carpenteria metallica. Già nella scelta del nome aziendale il fondatore volle riunire in un termine semplice sia il proprio nome che la localizzazione geografica degli impianti (il nome significa infatti CAstiglioni GIovanni VArese). La Cagiva inizia la sua avventura nel Motomondiale nel 1977, nella classe 250 e 350, comprando le moto della Aermacchi Harley-Davidson, detentrici di tre titoli nella classe 250 e uno in 350, ma non è un esordio felice, con molti problemi meccanici e cadute, così come nel 79. La Cagiva nel 1980 approda alla classe 500 con una moto (1C2) ibrida su base Yamaha TZ 500, ma i risultati continuano a mancare, nel 1981 si produce la 2C2 prima vera moto Cagiva e a partire dal 1982 con la 3C2 si incomincia a vedere come una moto migliore, con Jon Ekerold (fresco campione mondiale della classe 350 nel 1980 a bordo di una Bimota), si riesce ad ottenere il primo punto in assoluto per Cagiva, con il 10° posto ad Hockenheim (ultima gara della stagione). Nel 1983 con la nuova 4C3 si sperimenta un telaio particolare, che però rende la moto inguidabile e compromette la stagione, nonostante la portasse in gara Virginio Ferrari. Nel 1984 la moto riesce a sviluppare 132 CV, ma per un problema con i piloti, conquista solo il decimo posto al GP di Jugoslavia. Nel 1985 la C10 adotta un motore V4 di 90° a due alberi motore controrotanti ed alimentazione a lamelle (invece dei dischi rotanti delle versioni precedenti), mentre il telaio segue lo schema Deltabox delle Yamaha ufficiali; con questa moto la Cagiva riesce a prendere punti, ma non riesce a concludere niente nel campionato, per la mancanza di piloti motivati, infatti la moto era stata testata con Kenny Roberts, segnando buoni tempi. Nel 1987 la nuova moto, la C587, ora completamente rossa e pronta in occasione della quarta prova del mondiale, il GP delle Nazioni, si dimostra subito all'altezza della situazione; il nuovo 4 cilindri ha la V da 58°, sempre con gli alberi motore controrotanti, il telaio ha ancora una struttura di tipo Deltabox ma più piccolo del precedente. Nel GP del Brasile, De Radigues conclude al quarto posto. Nel 1988 la C588, che monta pneumatici Pirelli, ha un motore più snello, un telaio rinforzato ed al posteriore monta un forcellone "a banana" per permettere d'avere le espansioni dei cilindri anteriori allo stesso lato. Al pilota Randy Mamola però non piace un granché e solo al GP d'Italia si ha un buon risultato, con il 7° posto. Successivamente Massimo Tamburini disegna una carenatura più filante, di tipo sigillato (novità assoluta) che migliora la competitività della moto, la stagione continua con il terzo posto in Belgio a Spa (primo podio per Cagiva), sotto la pioggia, il quarto in Jugoslavia ed il sesto in Francia al Paul Ricard. Nel 1989 viene presentata la C589 più leggera e potente. Probabilmente l'errata distribuzione dei pesi e l'atipico montaggio orizzontale del monoammortizzatore posteriore inficiano però le doti di trazione impedendo quindi a Mamola di scaricare a terra tutti i cavalli, di conseguenza la stagione è negativa. Tra la meta' degli anni ottanta e i primi novanta, diversi piloti si alternarono in sella al bolide italiano, tra gli altri ricordiamo: Marco Lucchinelli, Franco Uncini, Raymond Roche, Alex Barros (allora giovanissimo), Juan Garriga, ecc. ecc. Nel 1990 la C590 cade svariate volte e la stagione non viene risollevata nemmeno dalla novità tecnica, mostrata in occasione del GP di Cecoslovacchia, di una C590 con telaio e forcellone in fibra di carbonio. Alla fine del 1990, voci insistenti circa il ritiro della Squadra circolano insistentemente per il paddock. Queste voci vengono pero' smentite e nel 1991 approda in squadra Eddie Lawson (quattro volte iridato, con Yamaha e Honda) che fa crescere la moto, conquistando il 6° posto assoluto in classifica generale e nel 1992 realizza il sogno della Cagiva, con la prima vittoria nel motomondiale, in Ungheria (con condizioni atmosferiche varibili), ma il campione si ritirò dalle competizioni motociclistiche l'anno stesso. Nel 1993 la Cagiva è sempre protagonista con la V593, schierando Doug Chandler e Matew Mladin. Anche l'asso della Superbike, Carl Fogarty, schierato per il solo GP di Gran Bretgana ben figurera' in sella a questa moto, ottenendo un ottimo quarto posto (che poteva essere un terzo se non fosse rimasto senza carburante all'ultima curva..). Il salto di qualita' lo fara' pero' con John Kocinski (ingaggiato a fine stagione) che dopo due piazzamenti al quarto posto, vinse il Gran premio statunitense a Laguna Seca (questa volta in condizioni atmosferiche ideali); cogliendo cosi', con tre soli risultati utili all'attivo l'undicesimo posto in clsassifica generale. Nel 1994 con la C594 è ancora meglio (risultando la stagione più esaltante), con John Kocinski che sale sette volte sul podio, vince il Gran Premio d’Australia e conquista il terzo posto in classifica generale. La Cagiva si ritirerà a inizio nel motomondiale del '95 dopo il Gran premio d'Italia,con una carriera sportiva composta da 3 vittorie, 11 podi, 6 pole position e 3 giri più veloci in gara.

Modelli schierati nella Classe Regina:
Cagiva 1C2
Cagiva 2C2
Cagiva 3C2
Cagiva 4C3
Cagiva C9
Cagiva C10
Cagiva C587
Cagiva C588
Cagiva C589
Cagiva C590
Cagiva C591
Cagiva C592
Cagiva C593
Cagiva C594

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